SETTEMBRE 2024
Cos’è esattamente la “felicità”?
Tutti la vogliamo. Tutti la bramiamo. Tutti ci sforziamo di raggiungerla. Persino il Dalai Lama ha detto: “Lo vero scopo della vita è la ricerca della felicità”. Ma che cos’è esattamente?
La parola “felicità” ha due significati molto diversi.
Quello più comune è “sentirsi bene”. In altre parole, provare un senso di piacere, contentezza e gratificazione. […] Come tutte le emozioni umane, però, le sensazioni di felicità non durano [per sempre]. Per quanto ci sforziamo di trattenerle, ogni volta scivolano via. […]
L’altro significato della parola “felicità”, molto meno comune, è “vivere una vita ricca, piena e significativa”. Quando agiamo in nome di ciò che conta veramente nel profondo del nostro animo [i nostri valori], ci muoviamo nelle direzioni che consideriamo degne e preziose, chiariamo cos’è importante per noi nella vita e ci comportiamo di conseguenza, allora la nostra esistenza diventa ricca, piena e significativa e proviamo un forte senso di vitalità. Non si tratta di una sensazione fugace: è un senso profondo di una vita ben vissuta. E per quanto una vita di questo tipo ci darà sicuramente molte sensazioni piacevoli, ce ne darà anche di spiacevoli [perchè giudicate negativamente dalla nostra mente razionale, sarebbe meglio definirle “sensazioni diverse”], come tristezza, paura e rabbia. Dobbiamo metterlo in conto. Se viviamo una vita piena, proveremo l’intera gamma delle emozioni umane. […]
La realtà è che la vita comprende anche il dolore. Non c’è modo di evitarlo.[…]
La buona notizia è che, anche se non possiamo evitare questo dolore, possiamo imparare ad affrontarlo al meglio – a fargli spazio, a ridurre i suoi effetti [destabilizzanti] e a crearci una vita che valga ugualmente la pena di essere vissuta […] con un senso di vitalità e appagamento che sia profondamente soddisfacente e duraturo.
Rus Harris – La Trappola della Felicità Come smettere di tormentarsi e iniziare a vivere – Ed. Erickson
APRILE 2024
Quando colpa e distruzione raggiungono dimensioni tragiche e si fanno destino, la riconciliazione rimane possibile solo a patto di rinunciare completamente all’idea di una compensazione [nei termini con cui razionalmente siamo abituati a considerarla].
L’unica possibilità che ci rimane è […] la resa nell’umiltà [a ciò che appare alla mente razionale come un fatto oggettivo, quando nella realtà si tratta di evento, ente, di un’immagine impermanente. L’evento ha sempre un proprio fine che la mente razionale non può comprendere, ma che la mente poetica accoglie senza conoscerlo. Il fine degli eventi non è quello di farci soffrire, ma quello di permetterci di far emergere doti, risorse, capacità che altrimenti rimarrebbero addormentate in attesa di essere risvegliate da un’anima/psyché pronta a questo].
Bert Hellinger – I due volti dell’amore [con considerazioni integrative di psicologia immaginale].
APRILE 2023
Il mito, i simboli, le metafore, l’arte, sono tutti strumenti che facilitano il dialogo con l’anima […] e questo in modo particolare con gli adolescenti che possono avere sia difficoltà ad esprimere i loro vissuti, che provare vergogna nell’esprimere a qualcuno i loro problemi e disagi.
[…] i terapeuti devono coltivare l’arte di lasciare che le cose accadano, l’azione non-azione, che emerga ciò che ha bisogno di essere visto, senza lasciare che la cognizione interpreti, interferisca, corregga, neghi il processo che semplicemente ha bisogno di svelarsi. Per questo è necessaria da parte dei terapeuti una grande fiducia nel processo (Avens, 1980).
Katrina Pesl – Rivisitare l’adolescenza contemporanea: usare la psicologia immaginale per nutrire l’anima emergente degli adolescenti
MARZO 2023
E se tutto accadesse semplicemente perché è necessario?
Hillman prende da Platone il personaggio centrale del suo mito “Necessità, la dea Ananke, colei che ruota il fuso sul quale è avvolto il filo della nostra vita.” (Hillman 1997, p. 260)
È lei che decide che il destino scelto dall’anima sia necessario e non una sorte buona o cattiva, non un accidente, ma semplicemente qualcosa che era necessario, per Ananke stessa, accadesse. Lei è la dea tra le più potenti forze del cosmo insieme a Ragione (nous, la mente) e mentre Ragione risponde per ciò che ci è dato di comprendere e segue i rigidi schemi dell’intelletto, Necessità agisce come una causa “mutevole, errante”. In questo modo quando accade qualcosa di strano, che rompe gli schemi usuali, lì molto probabilmente c’è l’operato di Ananke, che esercita la sua influenza in modo irrazionale determinando comunque ciò che è necessario che viviamo (Hillman 1997, p. 261).
Questo è il motivo per cui a volte ci è difficile comprendere la vita, la nostra vita, le nostre scelte, comportamenti, emozioni, pensieri e anche quelli degli altri. Dal punto di vista della psicologia archetipica siamo comunque perfetti, sempre, non potevamo essere diversi, non ci sono rimpianti, scelte sbagliate, nessun errore. “L’occhio della necessità svela che ciò che facciamo è soltanto ciò che poteva essere” (Hillman 1997, p. 262).
E se quando operiamo una scelta, crediamo di avere delle opzioni, di essere noi il soggetto agente nell’operare nel decidere, siamo solo nell’illusione egoica di cui si nutre l’Io.
Se ci fermiamo prima di operare qualsiasi azione e riflettiamo se sia la scelta giusta, Ananke imperturbabile, ci sorride e ci rivela che qualunque scelta compiamo, è esattamente la scelta richiesta da lei. Non poteva essere altrimenti, la vita può essere preordinata, ma non prevedibile. (Hillman 1997, p. 263)
Tutto questo ci solleva forse dal sentire rimorsi, colpa, rimpianti, rispetto a scelte che abbiamo fatto nella nostra vita? No. Ananke ha portato nella nostra vita anche questi vissuti, perché era necessario, perché la sua natura è inclusiva.
Pare quindi che guardando ai vissuti come qualcosa di necessario da vivere, da accogliere, da accettare, e da amare come la colpa, i rimpianti, i rimorsi, la paura, solo per citare alcune delle emozioni giudicate “scomode” dal genere umano, essi possano trasformarsi da ciò che l’Io/ego definisce demoni, a ciò che sono per l’anima, Dei alleati, i quali ci permettono di vedere noi stessi e il mondo con occhi nuovi, liberi, in pace.
La psicologia archetipica ci porta lontano da un Io centrato su se stesso e sul suo potere e ci conduce verso l’umiltà nei confronti dell’Anima Mundi, della vita e un riconoscimento nei confronti di ciò che accade perché ha un suo senso, anche se non è dato sempre alla ragione, che vuole il controllo e il potere, di comprenderlo. Il Daimon, attraverso Necessità e la nostra vita, ci permette di fare anima, e se siamo in accordo con Necessità e la chiamata dell’anima, quello che viviamo è euDaimonia, come la chiamavano i greci: la vita felice.
Noi non possiamo determinare gli eventi, ma possiamo scegliere il modo con cui narrarli, questa è la libertà che chiamiamo ‘libero arbitrio’ (Calloni Williams, 2021, p. 284). Narrare la paura, la solitudine, la mancanza o la tristezza come demoni da evitare e distruggere è completamente diverso da considerarli e narrarli come nostri preziosi alleati, con i loro bisogni, la loro missione che è tutta da scoprire.
E. Marsonet – Il Coraggio di dare Voce all’Anima
OTTOBRE 2022
[…] dovremo ampliare la nozione di ambiente nel senso di una “ecologia del profondo“, partendo dall’ipotesi che il nostro pianeta sia un organismo vivente, che respira e si autoregola. […] là fuori è pieno di materia animica. E allora perchè non ammettere, con l’ecologia del profondo, che l’ambiente stesso è intriso di anima, animato, inestricabilmente fuso con noi e non già sostanzialmente separato da noi?
James Hillman – Il codice dell’anima
SETTEMBRE 2022
In ultima analisi, noi contiamo qualcosa solo in virtù dell’essenza che incarniamo, e se non la realizziamo, la vita è sprecata.
C. G. Jung
SETTEMBRE 2022
L’uomo vive normalmente in uno stato di sviluppo ininterrotto, in cui il regno psicologico governa la sua coscienza. Il pieno raggiungimento del nostro potenziale comporta il riavvio di tale sviluppo, che ci condurrà oltre il campo psicologico, verso quello dello spirito o dell’Essere. La nostra esperienza lungo tale sentiero è che la comprensione psicologica e quella spirituale sono talmente intrecciate da poterle considerare come parte di un continuum nei regni dell’esperienza umana.
A.H. Almaas – L’enneagramma delle Idee Sacre
APRILE 2022
Il sè osservante è radicalmente diverso dal sé pensante. Il sé osservante è consapevole, ma non pensa; è la parte di te responsabile della concentrazione, dell’attenzione e della consapevolezza. Può osservare o prestare attenzione ai tuoi pensieri, ma non li può produrre. […] La capacità di lasciare che i pensieri vadano e vengano nel sottofondo mantenendo l’attenzione su ciò che si sta facendo è molto utile.
Russ Harris – La trappola della felicità Come smettere di tormentarsi e iniziare a vivere – Erickson (2010)
GENNAIO 2020
Il nome è un’invenzione per rendere possibile pensare una cosa e parlarne prima che si sappia che cosa è.
Wilfred Bion
DICEMBRE 2019
Quando la tua consapevolezza è rivolta all’esterno, nascono la mente e il mondo.
Quando invece è diretta all’interno, realizza la propria Fonte
e ritorna a risiedere nel Non Manifestato.
Eckhart Tolle
OTTOBRE 2019
Tratta un demone come un demone e ti farà del male; conoscilo nella tua mente e ne sarai libero.
Milarepa
LUGLIO 2019
Non sono i fatti in sè che turbano gli uomini, ma i giudizi che gli uomini formulano sui fatti. Per esempio, la morte non è nulla di terribile: ma il giudizio che la vuole terribile, ecco, questo è terribile.
Di conseguenza, quando subiamo un impedimento, siamo turbati o afflitti, non dobbiamo mai accusare nessun altro tranne noi stessi, ossia i nostri giudizi. Incolpare gli altri dei propri mali è tipico di chi non ha educazione filosofica; chi l’ha intrapresa incolpa se stesso; chi l’ha completata non incolpa nè gli altri nè se stesso.
Epitteto
MAGGIO 2019
La sorgente unica del tutto
Tutto è piccolo e mutevole e dilegua in un baleno.
Tutto proviene da là, procedendo direttamente da quel comune principio direttivo o come sua conseguenza secondaria.
Perciò anche le fauci del leone, il veleno e ogni cosa che faccia male, come le spine, come la melma, sono produzioni accessorie di quei principi augusti e belli; non immaginarti, quindi, che siano cose estranee a ciò che tu veneri, ma pensa alla sorgente unica del tutto.
Marco Aurelio
FEBBRAIO 2019
Lottare contro una mancanza significa rafforzarla, in quanto la nostra attenzione è tutta concentrata su di essa [e sul suo rifiuto] e ci fa sentire sempre più invischiati nella lotta.
Invece la via della vittoria consiste nel dimenticare [momentaneamente] la manchevolezza e avere l’intenzione di sviluppare la virtù opposta. […]
Da principio questo può riverarsi alquanto difficile, ma soltanto da principio, perchè poi si constata con quanta incredibile rapidità può svilupparsi una virtù che riceve tutto il sostegno del cuore [e la manchevolezza viene accettata e guarita con compassione ] [n.d.c.]
E. Bach – Il Grande Libro dei Fiori di Bach di Mechthild Scheffer – Corbaccio ed.
DICEMBRE 2018
La mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale è un fedele servo.
Noi abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il dono.
Albert Einstein
NOVEMBRE 2018
Non è ciò che viviamo che fa il nostro destino, ma come lo viviamo.
Marie von Ebner-Eschenbach
OTTOBRE 2018
Il giudice interiore
[…] Anche se agisce come se ti aiutasse ad ottenere ciò che vuoi nella tua vita, in verità il giudice interiore oppone resistenza al tuo movimento verso la tua crescita e il tuo sviluppo. La sua funzione è di mantenere lo status quo in due modi:
1) ti tiene lontano dalle parti di te stesso che considera pericolose o ingestibili;
2) ti dirige verso qualsiasi ideale che crede ti permetta di essere una persona accettabile e di successo. […]
Il giudice interiore è la forza in te che costantemente valuta e stima il tuo valore come essere umano e quindi limita la tua capacità di essere pienamente vivo nel momento presente. […]
Ogni momento di vita, quando accade senza giudizio, diventa una porta per un’esperienza più profonda sulla realtà oggettiva di ciò che realmente sta accadendo.
Soul without shame: a guide to liberating yourself dal giudice interiore – Byron Brown – Shambhala Publications
SETTEMBRE 2018
La meditazione è un processo del “fare anima“. Con questa espressione intendiamo la possibilità di riassorbire gli eventi o ritirare le proiezioni, vale a dire riportare ogni evento, cosa, luogo, persona con la quale siamo venuti a contatto, alla sua reale origine, la quale è sogno, immagine, proiezione. […]
Il cammino che libera dall’inganno della coscienza ha inizio con una presa di consapevolezza dello stato dei fatti, e cioè che tutto è anima.
Selene Calloni Williams – Mindfulness Immaginale
LUGLIO 2018
La ricerca interiore non è finalizzata alla scoperta di segreti, al cambiamento dello stato delle cose, ma al risveglio del potere dell’amore che permette di realizzare la totale perfezione del mistero di ogni cosa che esiste.
Selene Calloni Williams – Iniziazione allo yoga sciamanico: viaggio ai confini tra lo spazio e il nulla
GIUGNO 2018
La vera terapia consiste nell’approccio al divino; più si raggiunge l’esperienza del divino, più si è liberati dalla maledizione della patologia.
Carl Gustav Jung
MAGGIO 2018
Prima vivevi partendo dal tuo Io e qualsiasi cosa tu volessi fare aveva inizio da uno sforzo personale. Dopo sei sostenuto da un oceano di forza, da un universo di intelligenza e ti lasci condurre. Lo sforzo personale si riduce fino a sparire in via definitiva e lasci fare. Sei sorretto, cullato, trasportato. Ciò che ti muove ha una caratteristica meravigliosa: è amore. In virtù del fatto che sei amato [dall’invisibile], tutto ciò di cui hai bisogno ti viene dato prima ancora che tu possa chiedere.
Mindfulness immaginale – Selene Calloni Williams
APRILE 2018
“Ti amo” significa “mi amo a stare con te”.
Non è egoismo. Gli egoisti non si amano affatto.
Solo chi si vuole bene è capace di volerne anche al prossimo.
Massimo Gramellini e Chiara Gamberale – Avrò cura di te
MARZO 2018
[…] ci sono due tipi di amore. C.S. Lewis ha diviso l’amore in due tipi: “l’amore-bisogno” e “l’amore-dono”. Anche A. Maslow divide l’amore in due tipi. Il primo lo chiama “amore-carenza” e il secondo “amore-essere”. L'”amore-bisogno” o “amore-carenza” dipende dall’altro, è amore immaturo. […]è un bisogno. Tu usi l’altro, lo usi come un mezzo: sfrutti, manipoli, domini.[…] ma anche l’altro fa esattamente la stessa cosa: tenta di manipolarti, di dominarti, di possederti, di usarti. […] questo è ciò che accade quasi al novantanove per cento della gente, perchè la prima lezione d’amore l’impari nella tua infanzia. Il bambino nasce e dipende dalla madre. Il suo amore verso la madre è un “amore-carenza”: ha bisogno della madre, non può sopravvivere senza di lei. […] L’uomo matura nel momento in cui comincia ad amare piuttosto che ad avere bisogno. Comincia a traboccare, a condividere; comincia a donare. Nel primo caso ciò che importa è come avere di più; nel secondo, l’importante è come donare sempre di più e incondizionatamente. Questo significa crescita, è l’inizio della maturità. […] In questo caso l’amore non è una relazione, è uno stato dell’essere.
Osho – Con te e senza di te
FEBBRAIO 2018
“Per converso, la fiducia fondamentale non si fissa su una cosa sola, una persona o una situazione, e quindi non viene intaccata dalle circostanze esistenziali. Essa ci conferisce un orientamento implicito verso le circostanze che ci permette di rilassarci, di immedesimarci in esse. Sentiamo nelle ossa di stare bene, di essere a posto anche per il futuro, perfino se gli eventi attuali fossero deludenti, dolorosi o disastrosi […] … abbiamo la sensazione implicita che l’universo si prenderà cura di noi. La vita stessa diventa un viaggio spirituale in cui sappiamo che, smettendo di provare, di sforzarci, di capire, di stare attaccati alla gente, agli oggetti e alle convinzioni, le cose prenderanno la piega giusta, si riveleranno per il meglio. […] Anche se non vi sentite bene, se siete impauriti, saprete in un certo senso che la risoluzione sarà positiva. La capacità di accettare la fase più problematica della trasformazione spirituale (eliminazione delle strutture e identità familiari) sorge da questo innato senso di sicurezza.”
A. H. Almaas – L’enneagramma delle idee sacre
DICEMBRE 2017
Secondo Plotino (205-270 d.C.), il maggiore dei filosofi neoplatonici, noi ci siamo scelti il corpo, i genitori, il luogo e la situazione di vita adatti all’anima e corrispondenti, come racconta il mito, alla sua necessità.
Come a dire che la mia situazione di vita, compresi il mio corpo e i miei genitori che magari adesso vorrei ripudiare, è stata scelta direttamente dalla mia anima, e se ora la scelta mi sembra incomprensibile, è perchè ho dimenticato.
S.C.Williams – James Hillman il cammino del “fare anima” e dell’ecologia profonda
NOVEMBRE 2017
Ogni sforzo per raggiungere una meta è vano e, soprattutto, distoglie il mio “lato invisibile” dal suo percorso. […] Cosa posso fare io? Essere presente, quando mi ricordo, alle cose che faccio e alle cose che accadono. Questa presenza interiore è un’energia che attiva le mie capacità innate e, quindi, favorisce meglio lo sviluppo del mio percorso. Se non devo cercare niente, vado bene come sono adesso. E aspetto … Che cosa? Niente.
R. Morelli – La formula della felicità
OTTOBRE 2017
La consapevolezza che il cosmo esiste oggettivamente adesso; che tale esistenza è la sua stessa definizione e procede indipendentemente dalla comprensione individuale, e che l’individuo fa esperienza più completa della verità della Realtà quando concepisce ogni momento in modo puro, senza preconcetti su cosa debba accadere.
Ichazo, 1972
LUGLIO 2017
Non sono i fatti in sé che turbano gli uomini, ma i giudizi che gli uomini formulano sui fatti. Per esempio, la morte non è nulla di terribile: ma il giudizio che la vuole terribile, ecco questo è terribile.
Di conseguenza, quando subiamo un impedimento, siamo turbati o afflitti, non dobbiamo mai accusare nessun altro tranne noi stessi, ossia i nostri giudizi. Incolpare gli altri dei propri mali è tipico di chi non ha educazione filosofica; chi l’ha intrapresa incolpa se stesso; chi l’ha completata non incolpa né gli altri né se stesso.
Epitteto
GIUGNO 2017
Volere ancora lo Stesso che non basta mai, che si vuole bere ancora perchè disseta e, al tempo stesso, alimenta una nuova sete che non si esaurisce, ma che cresce proprio mentre si prova ad esaurire senza però mai poterla esaurire davvero.
E’ solo nel dono dell’amore che c’è incremento di sé, potenziamento ed espansione della vita che sa vivere l’esposizione assoluta al desiderio dell’Altro.
Massimo Recalcati – Non è più come prima
MAGGIO 2017
Entusiasmo: il carburante che alimenta il motore degli uomini.
Scuola di Palo Alto
APRILE 2017
L’unico modo per aiutare gli altri è dar loro i mezzi perchè si possano aiutare da sè.
Elbert Hubbard
MARZO 2017
Spesso accade che il corpo sappia svelare segreti intorno a cui l’intelletto si affanna inutilmente.
C.G. Jung
FEBBRAIO 2017
Lascia che arrivi ciò che arriva.
Lascia che se ne vada ciò che se ne va.
Non cercare di respingere quello che arriva.
È già qui e se ne andrà.
Non cercare di rimanere attaccato a quello che se ne va.
L’andarsene via è una cosa naturale.
Benedici anche l’andarsene via.
Lascia che ciò che rimane resti.
Lascia che ciò che muore muoia.
Lascia che ciò che vive viva.
Sii l’ampio spazio aperto
a tutto questo.
Ogni pensiero, ogni sensazione.
Sii la consapevolezza.
Sii l’oceano.
Permetti le onde.
Questa è la meditazione,
il tuo Vero Sé.
Jeff Foster
GENNAIO 2017
Essere felici
Non esiste alcun dovere della vita,
vi è solo il dovere dell’essere felici.
Per questo solo, noi siamo al mondo,
e con tutti i doveri
e con tutta la morale
e con tutti i comandamenti
difficilmente ci si rende felici l’un l’altro,
perché non si rende felici se stessi.
Se l’uomo può essere buono,
lo può essere solo
se egli è felice,
se egli ha in se stesso armonia,
quindi se egli ama.
Questo è stato l’insegnamento,
il solo insegnamento del mondo;
Questo diceva Gesù,
questo diceva Budda,
questo diceva Hegel.
Per ognuno l’unica cosa importante al mondo è:
la propria interiorità
la propria anima
la propria capacità di amare.
Se queste sono in ordine
si possono mangiare miglio o dolci,
portare stracci o gioielli.
Allora il mondo risuonerà chiaramente con l’anima,
tutto è buono,
tutto è in ordine.
Hermann Hesse